Ho fallito

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.
Samuel Beckett

Lo ammetto: ho fallito.
I miei primi tre anni di università sono stati un completo fallimento. E non lo dico tanto per dire, ma vi do un po’ di numeri per farvi capire quanto grosso sia stato il mio fallimento.

Mi sono immatricolata nell’anno 2016/2017. Nel 2017 ho sostenuto tre esami da 9 crediti ciascuno per un totale di 27 cfu. Nel 2018 ho dato un esame da 9 cfu e un esame da 3 cfu per un totale di 12 cfu. Nel 2019 ho dato solo un esame da 3 cfu.

Questo cosa significa?

In questi primi tre anni di università (su cinque, perché sono iscritta ad un corso di laurea a ciclo unico) ho raggiunto 42 cfu. In realtà sarebbero 43, perché ho frequentato una conferenza che mi ha fatto ottenere 1 cfu. Ma questo non cambia di molto le cose, no?

Considerando che in cinque anni dovrei raggiungere 300 cfu, che a settembre dovrei iniziare il quarto anno, che mi mancano ben 257 cfu secondo l’app MyUnito… be’, fatevi un po’ voi i calcoli.

Quindi ho decisamente fallito. Per questa sessione estiva mi ero fatta un programmino coi fiocchi per recuperare un po’ di esami.

Ci sono riuscita? Decisamente no. Non ho passato nemmeno mezzo esame.

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Questo mi ha abbattuta? All’inizio sì, e pure molto. Ero disperata. Ho cercato e mi sono informata su altri corsi di laurea. Volevo cambiare, volevo ripartire da zero.

Ho cercato, mi sono letta mille programmi di tanti corsi diversi. Ma, alla fine, ho capito che nessuno di questi, per un motivo o per un altro, avrebbe fatto davvero per me.

Mi sono data una calmata e mi sono presa un po’ di tempo per me stessa. Nella mia mente sono passati centinaia di pensieri e ho fatto altrettante riflessioni. E sono giunta alla conclusione che il mio posto si trova nel corso di laurea in cui sono ora.

Anche se ho fallito. Ho fallito, ma ho deciso di non mollare. Ho deciso di dare una svolta in primis alla mia vita, ma anche e soprattutto alla mia carriera universitaria.

Davanti a me c’è molta strada e molto lavoro da fare.

Ho fallito, ma ho deciso di rialzarmi e di combattere più forte di prima.

Non sto qui a raccontarvi tutti i motivi del mio fallimento. Magari questo ve lo racconterò un’altra volta. Per il momento sappiate che ho fallito.

Sappiate anche che voi non siete i vostri fallimenti. Io non sono il mio fallimento.

Si fallisce, ma non ci si deve arrendere. Dobbiamo rialzarci a testa alta e andare avanti per la strada che ci siamo scelti.

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P.s.: questo post forse lo troverete un po’ superficiale, perché ho toccato vari argomenti che non ho approfondito. Ne prendo atto, ma ho deciso di pubblicare così questo post scritto di getto. C’è tempo per approfondire le varie tematiche, nel frattempo vi ho voluto scrivere le mie sensazioni, i miei sentimenti e approfittarne per “rilanciare” questo blog che, come l’università, ho fatto morire quasi subito 😂

Come scegliere l’università

Non ci sono guide ufficiali su questo argomento né consigli e/o soluzioni valide per tutti. I consigli che vi darò sono generali e non universali. Ma, forse, la cosa più importante è che sono frutto delle mie esperienze, quando lo scorso settembre è toccato a me scegliere il percorso universitario che avrei voluto fare.

Il consiglio più importante: ascoltare il proprio cuore

Il parametro che non dovrebbe mai mancare nella scelta universitaria (ma anche nella scuola superiore) è questo: seguire le vostre inclinazioni e fare ciò che più vi piace. L’università non deve mai essere solo una scelta di testa, ma anche – e soprattutto – una scelta di cuore. O di pancia. C’è una facoltà, una materia, che vi fa venire le farfalle nello stomaco? Scegliete quella!

Informarsi sul programma

Quando state scegliendo in quale facoltà immatricolarvi, una cosa molto utile per chiarirsi le idee è leggere il programma della/e facoltà che state valutando per la vostra scelta. Leggere che cosa studierete in quella determinata facoltà è utile per sapere se le materie che studierete fanno per voi o no. Ricordate sempre, però, che ci saranno sempre un paio di materie che non vi piaceranno e che troverete noioso studiare. Anche se è la facoltà dei vostri sogni.

Informarsi sugli sbocchi lavorativi

Sul sito della facoltà che vorreste frequentare, alla presentazione del corso vi indicano quali sono i possibili sbocchi lavorativi. Questo consiglio è rivolto soprattutto a chi ha già le idee chiare su quale lavoro vuol fare da grande.


Questi tre passaggi mi hanno aiutato un po’ nella scelta universitaria che ho fatto lo scorso settembre. Come ho detto fin da subito, non sono consigli universali, ma generali, perché ognuno sa cos’è meglio per se stesso.

Se qualcuno legge questo post e vuole lasciare i propri consigli su come scegliere l’università nei commenti è ben accetto. Oppure se qualche giovane diplomato ha bisogno di altri consigli oltre a questi tre, mi scriva un commento o un messaggio privato (vedi la sezione contatti) e cercherò di aiutarlo come meglio posso.

Buona scelta universitaria a tutti.

P.s.: ovviamente, sempre se qualcuno legge questo post, sarebbe interessante sapere cosa avete scelto e in base a quali perché. Lasciate un commentino.

3 motivi per NON studiare

Che senso ha aprire un blog intitolato Studentessa 2.0, se poi scrivo un articolo in cui do motivi per non studiare?
Chi vivrà, vedrà.

No, dai.
Leggete questo breve post di introduzione e lo scoprirete.

1. Perché bisogna trasgredire ai doveri

Si sa che studiare è solo un dovere. E da bravi adolescenti e giovani adulti dobbiamo trasgredire: passare la giornata a letto, a fissare il soffitto, sballarsi con vari mix di droghe e alcol vari, smanettare collo smartphone fino a farci uscire gli occhi dalle orbite.

2. Perché la laurea è solo un pezzo di carta

Non facciamo i finti tonti, perché tanto lo sappiamo tutti che la laurea è solo un pezzo di carta (e pure costoso) con cui, lavorativamente parlando, potremmo solo pulirci il culo la faccia.

3. Per non diventare pazzi

Proprio così: lo studio fa diventare matti da legare, schizofrenici, isterici. Quindi, per evitare di diventare casi di studio di un psichiatra, non studiate.

Studiare fa male alla salute.

 

 


Nota bene: questo post è ironico. Be’, a parte il terzo motivo. Quello è vero. Se non volete diventare pazzi, non studiate.